Mentre la pandemia obbliga le profumerie ad aperture e chiusure a singhiozzo, le farmacie sempre aperte e l’online aiutano le vendite delle industrie cosmetiche.
I numeri del 2020
Alla fine del 2020, il calo del fatturato dell’Industria beauty è stato del 10,6% (10,5 miliardi di euro), di cui il 5,4% per la flessione dell’export (circa il 70-80% dei prodotti cosmetici italiani vengono esportati all’estero), oltre ad una naturale contrazione dei consumi, che in una fase di crisi anche economica hanno privilegiato i beni di prima necessità.
Una caduta però più morbida di quanto previsto, grazie a 2 reti di salvataggio: le farmacie e la vendita online. Le farmacie sono ora al primo posto – superando così le profumerie – per vendita di prodotti di bellezza, con una flessione di solo l’1,7% e con una fetta pari al 40% del mercato cosmetico, forse anche grazie ad una maggiore frequentazione di farmacie piuttosto che di profumerie (-24%) per l’acquisto di mascherine e gel igienizzanti.
E-commerce: una manna anche per l’industria cosmetica
Il vero vincitore di questo squilibrio è stata la vendita online (+26% nel 2020 in Italia) che anche nel reparto cosmesi l’ha fatta da padrone: + 39% nel 2020, un vero e proprio record, superando addirittura la media nazionale dell’e-commerce in toto.
Un trend già iniziato in pre-lockdown e che non si esaurirà con il ritorno alla normalità.
Secondo l’Osservatorio e-commerce B2C promosso dal Politecnico di Milano, la crescita dei web shopper (+2 milioni nel 2020) è anche stata originata da una maggiore dimestichezza e fiducia nell’online e nei pagamenti digitali, con un notevole avvicinamento tra canale fisico e non. Ruolo fondamentale quello svolto dall’e-commerce per la ripresa del commercio e dei consumi, con il potenziamento del canale digitale e di altre modalità di vendita (oltre all’e-commerce, click&collect, drive&collect, ordini online in store, etc.).
Un investimento ormai imprescindibile anche per piccole imprese e negozi.