Big Tech e Small PMI digitali: le nuove regole per un mercato open
Siamo ormai alle fasi conclusive del lungo iter che si concluderà nel 2023 con la nascita del DMA (Digital Market Act), una normativa introdotta dalla UE per mettere un freno allo strapotere dei Big Tech (Amazon, Meta, Apple, etc.) e permettere ai “pesci piccoli” del mercato digitale di trovare una loro giusta collocazione. Una lunga strada, iniziata nel 2020, con lo scopo di rivoluzionare l’attuale modus operandi nella tutela della concorrenza europea sul web. Sono anni che assistiamo a continue guerre legali tra i Big Tech e i legislatori che cercano con le armi a loro disposizione di risolvere le segnalazioni di abusi commesse dai grandi player tecnologici, quasi sempre americani.
Nuove regole per i Gatekeeper
Per questa ragione, sono state individuate delle regole oggettive e dei parametri che riguardano i cosiddetti gatekeeper cioè quelle grandi società protagoniste assolute del mercato digitale. Quali? Innanzitutto, quelle aziende che in territorio europeo
- fatturano una media annua di 7,5 miliardi di euro o una capitalizzazione di mercato di almeno 75 miliardi di euro
- hanno 45 milioni di utenti finali al mese e 10.000 utenti business nella UE
- controllano uno o più servizi in almeno 3 paesi europei.
Di quali servizi parliamo? Marketplace, store digitali, assistenti vocali, motori di ricerca, social network, servizi cloud e browser web. In questo modo, da una parte i grandi nomi non potranno più fare il bello e il cattivo tempo; dall’altra le PMI che hanno siti di e-commerce, che vendono cloud magari in modo locale a utenti affezionati potranno trovare uno spazio nel mercato senza avere il timore di dover chiudere per i prezzi concorrenziale dei grandi competitor.
I vantaggi per i Clienti finali
I vantaggi della DMA non si limitano alle PMI e PIVA ma cambiano di riflesso anche gli utenti alla fine della catena.
Le nuove regole saranno anche le seguenti:
- niente vincoli contrattuali intoccabili sui servizi collegati all’abbonamento
- no ad applicazioni software preinstallate
- attenzione alta sull’uso dei dati privati
- interoperabilità delle App (gli operatori più grandi dovranno aprirsi a quelli più piccoli – in questo modo decadrà il monopolio delle solite Whatsapp, Telegram, WeChat, etc).
Ma la regola più rivoluzionaria sarà che nomi quali Apple non potranno più imporre agli utilizzatori di iPhone e iPad l’App Store come unico marketplace per scaricare applicazioni e servizi.
I Big sono in fermento: Apple afferma che, così facendo, l’innovazione perderà il passo e il direttore alla sicurezza di Facebook sottolinea come l’interoperabilità delle App non assicura un sistema di crittografia adeguato.
Vedremo come andrà, di sicuro il sentiero che stabilirà gli standard dell’economia digitale è segnato.