Moda o necessità?
Chiusi in casa per due mesi e per altrettanti se non di più con i negozi di abbigliamento chiusi. Ci siamo abituati a vestirci con quello che avevamo in casa e ammettiamolo, è stato anche piacevole non dover pensare a cosa indossare il mattino per andare al lavoro o la sera per cena. Ma le abitudini sono difficili da modificare, e acquistare fa parte degli impulsi dell’essere umano dell’epoca nella quale viviamo.
Durante i mesi più difficili – 2 mesi di lockdown e negozi di abbigliamento chiusi perché considerati non indispensabili – la voglia di acquistare non è scomparsa, e per questo c’erano piattaforme come Amazon, una certezza per tutti.
Chi invece ha avuto davvero bisogno di capi di abbigliamento sono state le famiglie con figli piccoli, per i quali non si era previsto “il cambio di armadio”. In quel caso, l’e-commerce è stato sicuramente una necessità (+91,5% in Italia rispetto al 2019*)
E per chi ha deciso di fare sport oudoor? I runner pre-covid le scarpe da corsa le avevano già, ma poi, pur di uscire di casa e visto che l’attività motoria era concessa, si è presentato un numero altissimo di runner inesperti, tutti improvvisati Filippo Tortu, ma privi della scarpa giusta per correre. Ne è una prova il numero di sneaker vendute nel 2020 sempre su Amazon: 12 milioni di paia (+96,3% in Italia rispetto al 2019*).

Recensioni: meglio quelle fai-da-te
Un altro esempio da replicare per chi ha un sito che fa anche e-commerce con prodotti di abbigliamento è quello delle recensioni fatte da chi ha acquistato. Come afferma Ruth Diaz direttore di Amazon Fashion Europe in un’intervista al quotidiano La Repubblica “Ormai le nostre descrizioni sono quasi secondarie rispetto ai pareri dei consumatori. Vorremmo aggiungere anche una sorta di scheda tecnica in cui chi scrive possa indicare altezza, corporatura e taglia comprata, per permettere a chi legge di orientarsi ancora meglio. Più indicazioni possiamo dare e meglio è.
Infatti, nonostante le tabelle con le taglie, non sempre il capo acquistato è quello giusto per noi, ed è questo l’ostacolo dell’acquisto online di capi di abbigliamento, cosa che non accade ovviamente per tech, salute & bellezza, cibo per cani, etc.
Tutte queste informazioni personali rendono necessario organizzare una corretta raccolta e lettura dei big data, così da permettere agli acquirenti di sapere come orientarsi.

Un fashion e-commerce sostenibile è sempre un bel biglietto da visita
La sostenibilità non è più ormai un add-on ma una parte che gli acquirenti danno per scontata, perché la gente ha capito che la vita sul Pianeta è interesse di tutti. L’approccio quindi deve essere sensibile a questa tematica e il sito di fashion e-commerce deve mettere in evidenza la provenienza dei capi, i tessuti usati e se si tratta di piccole e virtuose realtà italiane, per esempio. Non dimentichiamo che la filiera di moda italiana è costituita per buona parte da laboratori artigianali e imprese famigliari: comprando online e non potendo toccare il prodotto, per fidarsi è necessario conoscere la storia del marchio.

 

*fonte Report E-commerce 2020 by IDEALO.