L’Italia, dopo essere stata per anni fanalino di coda nello smart working, è passata durante il lockdown da poco meno del 5% ad un picco del 70% nel settore pubblico. Lavorare da casa non è però la soluzione di tutto e per sempre: è importante pensare anche ad accompagnare il Lavoro Agile con l’Ufficio Intelligente.
Quello che è emerso in questi mesi, è come la produttività con il lavoro da casa sia nella maggior parte dei casi aumentata, ma si è basata sui legami forti, con quei colleghi e collaboratori dove già il lavoro in ufficio era consolidato, minando però e diminuendo ulteriormente la forza dei legami più deboli. Nella quotidiana attività di smart working attraverso chat, videochiamate e call, privilegiamo i rapporti con le persone con le quali abbiamo una buona relazione e non con quelle con le quali siamo in disaccordo. Per questo è necessaria la creazione di un ufficio Smart, per rafforzare i legami ora indeboliti dalla distanza fisica, perché, se ora la produttività è costante se non superiore, con il tempo tenderà a ridursi, a perdere di creatività, ad appiattirsi se continueremo a lavorare solo con le persone con le quali abbiamo legami forti.
Un po’ come quando a scuola sceglievamo come compagno di banco il nostro migliore amico, così facciamo spesso anche al lavoro. Nell’ufficio intelligente questo non accadrà più. Gli open space lasceranno il posto agli hot desking, dove si alterneranno a rotazione i dipendenti, lavorando un po’ in ufficio e un po’ in smart working, ma la grande novità sarà che la scelta delle postazioni in ufficio sarà fatta da big data e da un software che si baserà sulla progettualità dell’azienda per assegnare i posti.
A questo scopo, anche l’architettura degli uffici dovrà adattarsi alla nuova emergenza sanitaria: la salubrità degli spazi è diventato un must e quindi fondamentale l’introduzione di lampade UV per sanificare, apertura automatizzata delle finestre per il ricambio d’aria, scale ampie e grandi spazi caffè. E non solo open space o hot desking ma anche uffici separati, perché la collaboration non dovrà limitare la concentrazione.