VINTED-MANIA: L’APP CHE VIENE DALL’EST
Si chiama Vinted la piattaforma digitale fondata nel 2008 da due ragazzi lituani, Milda Mitkute e Justas Janauskas. Due anni dopo il sito debutta in Germania, poi negli Stati Uniti. La svolta è nel 2012, quando Vinted diventa un' App (il 90 per cento degli affari avvengono tramite smartphone).
Dopo avere spopolato in 12 paesi è sbarcata nel dicembre 2020 anche in Italia ed è stato subito un successo: grazie alla campagna pubblicitaria (“Non lo metti? Mettilo in vendita!”) e al passaparola, Vinted spopola tra i giovanissimi e tra le donne, il 70% del totale. Di queste, la maggior parte ha una laurea, appartiene alla fascia d'età fra i 20 e i 35 anni e vive al Nord.
Scarpe, cinture, borse, maglioni, ma anche oggetti per l’arredamento e tessili per la casa. Il tutto nell’onda del decluttering, cioè fare ordine, ma anche riciclo ed economia circolare, che male non fanno al Pianeta.
Fenomeno esploso durante il lockdown con ampio seguito durante i mesi di pandemia più bui, non ha però allentato la presa nemmeno ora che la situazione si è un po’ normalizzata, anzi, continua a vincere in ampia misura sui negozi dell’usato, sia perché il pubblico è quello degli adolescenti, abituato a fare tutto online e a usare l'e-commerce, sia perché il magazzino di Vinted è praticamente infinito rispetto a quello fisico di un punto vendita: si può infatti acquistare in tutta Europa, oltre che dagli USA.
Il meccanismo è semplice: rispetto al fifty-fifty dei negozi, l’acquirente paga un 5% sul prezzo concordato mentre il venditore paga solo 70 centesimi. E il pacco arriva a casa del cliente tramite corriere UPS o una delle tante società che si occupano di consegne. Come Mail Boxes, settecento realtà in franchising in tutta Italia, e Poste Italiane (per loro 40 centesimo di ricavo per pacco).
Non si parla quasi mai di spese importanti e di capi particolarmente di pregio, è forse questo che rende Vinted una piattaforma così amata: poter sfogare la propria voglia di shopping senza spendere troppo e, per chi vende, guadagnare qualcosa da abbigliamento e oggetti che altrimenti sarebbero finiti nella spazzatura.
La società Vinted vale circa 3,5 miliardi di euro, con 45 milioni di iscritti e 800 dipendenti. Attualmente è disponibile in Francia, Germania, Belgio, Spagna, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Repubblica Ceca, Lituania, Lussemburgo, Regno Unito e Stati Uniti. E Italia. Sono stati bravi, è vero, ma in questi anni hanno potuto contare su investimenti per oltre 220 milioni di euro: un terzo dei soldi nvestiti nelle startup italiane nel 2020.
SUBITO, ORA ANCHE CON SPEDIZIOE INCLUSA E PAGAMENTO ONLINE
Settembre 2021, un giro di boa per il popolare sito di compravendita di oggetti usati (nato in Italia nel 2007): viene data la possibilità di pagare e spedire attraverso il sito. Per cavalcare l’impennata del mercato dell’online, la piattaforma, che fa parte della multinazionale svedese Adevinta, ha deciso di evolversi, abbracciando la strada dell’e-commerce. Con il servizio TuttoSubito, al quale si può scegliere di aderire una volta caricata l’inserzione, è possibile vendere e spedire, pagando direttamente sulla piattaforma. Mentre fino ad oggi si concludeva un affare incontrandosi di persona – e quindi limitando il raggio d’azione al comune e al massimo alla provincia – adesso si può fare in tutta Italia, con pagamenti e spedizioni gestiti direttamente da Subito.it. Grazie alla Protezione Acquisti e alla spedizione con Poste Italiane o TNT, viene tutelato sia chi compra, garantendo un eventuale rimborso in caso di frodi, non ricezione dell’articolo o altri problemi, sia chi vende, che è certo di ricevere il pagamento.
Il servizio è gratuito per chi vende, mentre per chi compra il costo è del 4% del valore dell’oggetto, in linea con i costi di mercato di questo tipo di sevizio, e con un tetto massimo di 20€.
IL MERCATO DELL’USATO ONLINE IN ITALIA
Secondo GlobalData, il business della compravendita di usato raggiungerà un valore globale di 64 miliardi di dollari entro il 2024, in aumento del 39% medio annuo rispetto al 2019. La consacrazione del ritorno all’usato è avvenuta sicuramente in concomitanza della pandemia e trainata da due fattori: l’economia in crisi ha fatto incontrare chi vende capi inutilizzati con chi vuole acquistare a prezzi ridotti. Il secondo fattore è quello della sostenibilità: coronavirus e lockdown hanno riportato sotto i riflettori il tema ambientale e la responsabilità sociale.
E non ci sono solo Vinted e Subito in questo mercato.
Oltre ai classici e-Bay e Amazon, la stessa Zalando ha deciso di introdurre la categoria “SecondHand”, già sperimentata da piattaforme come Farfetch e Vestiaire Collective. Dopo avere venduto, i clienti italiani scelgono se ricevere un buono Zalando o fare una donazione a Croce Rossa e WeForest. Tutti gli ordini sono avvolti in carta riciclata, in linea con la strategia di Zalando che ha fra i suoi obiettivi anche l’eliminazione della plastica monouso entro il 2023.
Altro nome molto interessante è Wallapop, piattaforma spagnola per la compravendita di beni di seconda mano, attiva da 8 anni e arrivata in Italia in queste ultime settimane. A differenza delle altre App, Wallapop non chiede commissioni e guadagna con la pubblicità e i servizi a valore aggiunto.
Depop è una startup specializzata in capi artigianali e vintage fondata da Simon Beckerman nel 2011 in H-Farm a Treviso, acquistata dal marketplace americano Etsy per 1,6 miliardi di dollari. Si tratta del secondo unicorno della storia italiana dopo Yoox e oggi conta 30 milioni di utenti distribuiti in più di 150 paesi al mondo. La startup, dopo i primi passi in Italia, si è trasferita a Londra, dove oggi conta oltre 400 dipendenti con uffici anche a Manchester, Los Angeles, New York e Sydney.